Giovanni Fusco: musicista compositore per film e cinema  
 
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Giovanni Fusco: musicista compositore per film e cinema - La Vita - biografia
"La musica è la luce, l’anima del film."
- Giovanni Fusco -
 
 

Studi su Giovanni Fusco

GIOVANNI FUSCO: IL PADRE DELLA MODERNA MUSICA DA FILM - SETTIMA PARTE di Sonia Picozzi

 

Un frammento di twist cantato da Mina nella rarefatta musica dell’Eclisse!

giovanni fusco

 

Musica raffinata ed estremamente moderna quella che Fusco ha composto per L’eclisse (1962), dove i brevi e scarsi interventi inseguono l’inespresso: un nucleo di partenza, composto di accordi ribattuti negli ottoni e sfociante in un fascio di suoni dissonanti, sembra promettere uno sviluppo che non ci sarà, in quanto la dissonanza non risolve e il pianoforte, ora solo, ora con l’appoggio di filamenti sonori di sapore metallico, tenta invano, nella sua successione irregolare di note lasciate cadere in una specie di puntillismo senza speranza, di comporsi in melodia.

giovanni fusco

CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA
LA CINETECA NAZIONALE
Presenta
Titoli su nero con una canzone cantata da Mina, "L’eclisse twist".
CINERIZ
Robert e  Raymond HAKIM
Presentano
 ALAIN DELON  &   MONICA VITTI
L’ECLISSE
Di Michelangelo Antonioni
Soggetto e sceneggiatura  M. Antonioni, Tonino Guerra
Hanno collaborato alla sceneggiatura E. Bartolini,  O. Ottieri
Musica di Giovanni Fusco
Diretta da F. Ferrara
Il twist cantato da Mina in mezzo forte (mf) tendente al piano (p) lascia il posto ad uno «stentoreo e frammentario» «commento» di pianoforte e ottoni in forte (f)
Direttore della fotografia Gianni Di Venanzo
Montaggio Eraldo Da Roma
Fonici Claudio Maielli, R. Cadueri
Aiuto registi F. Indovina, G. Arduini
Un film di coproduzione Interopa film Cineriz Roma-Paris film poduction-Parigi
Il piano solo con accordi pastosi in fortissimo (ff) si frammenta in singole note acute e «pizzicate» scollegate tra loro come fossero delle «cadute» precipitate dall’inconscio che danno un sapore quasi da thriller psicologico.
Regia di  Michelangelo Antonioni
Fine musica.

• dettaglio di una scrivania ingombra di libri con un lampada accesa, dopo alcuni secondi la macchina da presa si sposta, sullo stesso asse, fino ad accogliere in primo piano un uomo.
• Stacco, primo piano di una donna di spalle, si gira (è Monica Vitti).
• Stacco, la soggettiva della donna inquadra un tavolinetto con sopra un posacenere, la sua mano entra nell’inquadratura per prenderlo, lo toglie dall’inquadratura, poi la sua mano torna a spostare un soprammobile di qualche centimetro fino a venire al centro di una cornice vuota, senza foto, posta sul tavolinetto.
• primo piano della donna, i suoi capelli sono mossi dal ventilatore che si trova nella stanza e che si era notato prima.
• Stacco, particolare delle mani della donna appoggiate sulla cornice.
• primo piano dell’uomo che la guarda.
• Stacco, particolare delle mani della donna appoggiate sulla cornice, poi la macchina da presa si alza ad accogliere nell’inquadratura il primo piano del volto della donna che osserva l’uomo e poi distoglie lo sguardo posandolo su qualcos’altro.
• Soggettiva della donna di un quadro.
• primo piano dell’uomo che la guarda, si sente il ticchettio dei tacchi di lei.
• Particolare delle gambe della donna che camminano.
• Totale, la donna si sposta andando al divano dove si siede accucciata, si alza e va verso l’uomo e gli parla di quello di cui hanno discusso, quella poi gli dice che se ne sta andando, esita poi va in cucina, gli si avvicina, si sente il rumore del ventilatore  Poi indietreggia senza voltarsi, piange, poi va alla finestra e apre la tenda, guarda fuori, lui le si avvicina, lui la implora, le dice che avrebbe voluto farla felice e lei dice lo ero. Lui esce dal salotto. Lei va ad aprire un’altra tenda poi spegne le luci e lo raggiunge in bagno, lui si sta facendo la barba, lei gli parla di un articolo che gli ha tradotto, e dice non posso più lavorare per te oppure si cosa vuoi. Lei vuole andare via, lui la trattiene, le chiede non mi ami più o non vuoi più sposarmi? E lei dice non lo so, lui insiste, vuole delle risposte poi tenta di baciarla ma lei si sottrae. Lui getta in terra il posacenere e le chiede hai qualcun altro e lei dice no, Vittoria va via.
• Esterno V. in strada (siamo davanti al Palaeur) cammina per la città vuota poi all’improvviso arriva una macchina, è R. che dice ti accompagno, lei prosegue e lui scende dalla macchina e la segue a piedi. Incrociano un bimbo, sono arrivati da lei, lui la segue dentro all’androne del palazzo poi la saluta e via, lei lo guarda poi entra e sale le scale fino al suo appartamento.
• Interno casa di V. va alla finestra aperta, la mdp la inquadra dall’esterno di un’altra finestra che le è di lato. Lei offre il viso alla brezza mattutina e guarda il vento agitarsi tra le foglie degli alberi.
• Esterno giorno nelle vie del centro di Roma ora brulicante di gente, V. scende da un taxi ed entra nella Borsa, tra i borsini c’è anche Alain Delon.
• V. entra “nell’arena”, cerca la madre che è li per comprare delle azioni da A. D. che saluta V. dicendole tu non mi conosci io si, poi silenzio, c’è un annuncio, tutti immobili e in reverente ascolto in contrasto con la baraonda di prima, A.D. sussurra qualcosa a V. poi suona una campanella ed è di nuovo caos, la madre dice a V. aspettami fuori.
• Esterno V. passeggia, la madre la raggiunge. Lei vorrebbe dirle di R. ma poi rinuncia e la madre via. Lei sola, passa A.D. e la saluta.
• Sera mdp inquadra palazzo di V. si vede lei entrare.
• Stacco sul nero – mdp inquadra la finestra aperta V. è appena entrata in casa.
• Interno casa di V. appende un quadro appena comprato.
• V. apre la porta, Annetta, una sua vicina, parlano della sua separazione da R., si sente lo squillo del telefono, risponde Annetta, è una vicina che la invita a salire da lei.
• Appartamento della vicina, parlano del Kenya, paese di provenienza di questa nuova vicina.
• Mentre V. guarda le foto e le statue etniche keniane aziona un giradischi, si inizia a sentire un suono di tamburi di strumenti etnici, quasi fossero un inserto psicologico, è lei che li sente, è entrata nella foto sta vivendo li la sua fantasia, l’ha trasportata in quel mondo lontano (musica al 30° min. circa dall’inizio).
• V. vestita da indigena inizia a danzare in modo tribale emettendo anche dei suoni come di accompagnamento, mentre il disco va in un canto tribale. La padrona di casa accende la luce e dice basta adesso.
• Tutte e tre sul letto a bere, la musica non c’è più, parla della questione africana apartheid etc.
• Esterno notte cani.
• V. e  Marta keniana passeggiano sempre parlando del Kenya e della vita, poi inseguono i cani, si dividono.
• V. parla con un cane poi si sentono dei rumori, sono dei paletti di ferro mossi dal vento, osserva una statua.
• Stacco buio interno si sente una voce chiamare V. lei si affaccia, vede che sotto la sua finestra c’è Riccardo che non ottenendo risposta cerca di aprire il portone. V. accende la luce e telefona ad un suo amico Franco e gli dice quello che è successo e poi di stare vicino a R.
• Stacco dettaglio di un aereo in fase di decollo – decollo dell’aereo campo totale.
• Interno della cabina di pilotaggio.
• Panoramica dell’aereo, soggettiva del pilota.
• Interno aereo c’è V. con la sua amica Annetta e due uomini (è un aereo piccolo), sorvolano Roma.
• Aereo atterra, loro scendono, V. rimane ad osservare gli aerei poi segue i tre amici, poi si riferma per guardare.
• Totale di una costruzione dove c’è il bar, due uomini sono seduti fuori, inizia a sentirsi una musica in piano che man mano cresce, entra nell’inquadratura V. di spalle, sale le scale poi si gira, poi fa per entrare nel bar, musica cresce sul primo piano di V. di spalle che sta per entrare (pare essere la musica di una di quelle orchestrine da ballo, una musica molto raffinata dove si può individuare “sax” o comunque fiati, “contrabbasso” o anche archi, percussioni, piano).
• V. sulla soglia esita poi va a sedersi fuori al sole, la musica cresce, arriva Annetta, la musica decresce fino a finire, è finito proprio il pezzo oltre che la musica nel sonoro, lo si capisce dalla cadenza finale anche se c’è stato uno sfumato sul volume. Primo piano di V. seduta, sorride serena.
• Esterno città giorno, rumore del traffico, entrano nell’inquadratura A. D. con un uomo, camminano parlando di lavoro, la macchina da presa li segue sullo stesso asse.
• Entrano nella Borsa, attività della borsa, c’è anche la madre di V. (quasi un documentario sulle attività di borsa) (la madre di V. dice sono i socialisti che rovinano tutto).
• Tra la folla arriva V. che chiede cosa è successo poi cerca la madre, la trova e dice andiamocene, la madre va con un gruppo a lamentarsi e V. va a parlare con A.D. poi si avvia all’uscita.
• Esterno V. in strada.
• Interno farmacia, entra un uomo, V. lo segue, lo osserva poi lo segue fuori (quest’uomo ha perso tantissimi soldi, glielo ha detto A.D.).
• Interno bar A.D. osserva V. poi le offre qualcosa da bere, parlano delle attività della borsa, poi escono.
• Esterno V. e A.D. entrano nella macchina di lui.
• Interno V. e A.D. in casa della madre di lei, parlano del padre di lei morto e della madre che ha paura della miseria.
• Entrano nella camera di lei quando era piccola, lui tenta un approccio, lei si sottrae, arriva la madre.
• V. accende la radio dove stanno trasmettendo un bollettino sui titoli, poi la spegne.
• V. a casa sua, telefono.
• A.D. a letto parla al telefono poi legge il giornale, poi squilla il telefono ma nessuno risponde.
• V. attacca il telefono.
• Esterno giorno V. passeggia, si sente una campana poi musica, è nei pressi di un cantiere in costruzione, musica sottile e raffinata, la campana fa parte della musica, poi lei canticchia, arriva .A.D. , fine musica, lui dice andiamo a casa mia, si avviano, incrociano un uomo. Lei lo osserva e dice hai visto che bella faccia poi camminano.
• Interno palazzo androne delle scale, dall’ascensore escono V. e A.D., entrano in casa di lui. Si siedono sul divano, chiacchierano (lui si chiama Piero). Si baciano attraverso un vetro, poi lui la prende e la bacia appassionatamente. Lei si strappa il vestito poi lei va in una camera da letto, inizia a sentirsi la canzone di Mina, poi lei va in un’altra camera da letto, la canzone non si sente più, inizia a spogliarsi poi apre la finestra e guarda fuori, campana in lontananza, poi lui la chiama e dice posso entrare e lei dice no, lui entra e la bacia, campana più forte e inizia anche una musica in ppp, poi cresce, si abbracciano, si buttano sul letto.
• Esterno C.T. in primo piano P. sdraiato per terra, poi si siede, parla, è con V., parlano di matrimonio e dell’ex fidanzato di lei poi di loro due (è un altro giorno, lei ha un altro vestito). Lei gli dice: “vorrei non amarti o amarti molto meglio”.
• Interno ufficio di un uomo che incontra i suoi clienti, poi va nell’ufficio di P., Piero a lavoro, poi chiama V. per un appuntamento per quella sera, P. litiga con i clienti poi si ferma a bere con i colleghi, all’improvviso guarda l’orologio ed esce.
• Esterno P. incontra una donna, pare una sua fiamma, la manda via poi entra in macchina e va via.
• P. arriva con la macchina sotto casa di V., scende, esita fuori dal cancello. Arriva una donna entra in una macchina e via.
• V. lo guarda dalla finestra.
• P. davanti al cancello, passa un ubriaco che saluta V. che lo guarda dalla finestra poi via. V. e P. si parlano dalla finestra poi si sente un rumore di macchina, l’ubriaco gli ha rubato la macchina.
• Esterno giorno diversa gente sul molo osserva il recupero di una macchina dall’acqua, è quella di P., anche lui è li.
• V. cammina per strada incontra P. che gli dice che dentro c’è un morto, guardano le operazioni di ripescaggio.
• V. e P. camminano parlando dell’accaduto, passeggiano, parlano, inizia una musica sottile poi arrivano nei pressi di un piano bar, è un pianista che suona, lui commenta è bravo, ma non si vede, lo si capisce dalle osservazioni di P. e dalla gente che guarda, si allontanano e la musica si affievolisce mano mano che loro vanno via. Arrivano sotto casa di lei e V. chiama Marta, la keniana, poi continuano  a passeggiare, arrivano nel luogo del loro primo appuntamento,, si baciano poi lei va via musica di pianoforte solo il 1° accordo, pare una campana, poi un  tema un po’ barocco e lirico.
• Interno ufficio di P., P. con V. sul divano si abbracciano, scherzano poi si alzano, continuano a giocare, poi si sente lo squillo del citofono o di una sveglia o di un telefono, V. si avvia per andarsene, si danno appuntamento per la sera poi le va via, P. riattacca tutti i telefoni.
• V. per le scale.
• P. in ufficio si siede alla scrivania poi si sentono diversi squilli.
• V. nelle scale, poi esce dal portone.
• V. in strada, rumore di strada poi fine rumori.
• C.T. di un posto dove loro erano soliti passeggiare, si vede una donna col passeggino, nessun rumore.
• Serie di vedute dei loro posti, inizia una musica di pianoforte, solo note staccate tra loro, poi diventa una musica quasi inquietante e un po’ dissonante, è sera.
• Rumore forte di un autobus, di un camion poi scroscio d’acqua – autobus scende un uomo, fine musica – bambini.
• Acqua di un irrigatore che viene fermato – qualche nota – acqua.
• Dettagli di persone, musica, veduta panoramica, dettagli di case – autobus – musica – buio, primo piano di un’eclissi, piano forte solo in più che fortissimo.
FINE

Deserto rosso fatto di musica, di suoni elettronici e di rumori…

giovanni fusco

In Deserto rosso (1964) la tendenza alla «meccanicità» della musica, alla sua astrazione, è portata ancora più avanti quando Antonioni chiama Gelmetti, il quale con frammenti tratti da sue composizioni continua, per così dire, la massiccia presenza sonora dei rumori delle raffinerie, delle macchine, delle navi all’ancora; gli oggetti hanno ancora una volta il sopravvento sui sentimenti. A ciò fa contrasto proprio l’intervento di Fusco, che consiste essenzialmente in una «canzone senza parole», un lungo vocalizzo per voce femminile (eseguito dalla figlia del compositore, il soprano Cecilia Fusco) che sostiene la sequenza della fiaba-sogno e che, pur colorando d’ideale il magico approdo all’isola felice, rifiuta la tentazione dell’evasione «poetica» per rimanere ancorata al senso proprio della pellicola. Questo canto naturale che può apparire come un ritorno al melodismo è in realtà il volere sottolineare ancora una volta il contrasto tra la maniera fuschiana e la consuetudine, fino a quel momento in uso, di una colonna sonora di puro asservimento. È il canto straziante di chi si ribella ad un mondo incomprensibile ed ossessivo e che alla fine accetta l’angoscia di dover esistere malgrado tutto. Questo canto rappresenta tanto la storia del film e la sua protagonista, quanto il compositore stesso e la sua storia di precursore molto spesso non riconosciuto e che forse sente che il suo alter ego lo sta abbandonando.
Infatti la collaborazione fra Fusco e Antonioni finisce con questo film, dopo aver dato luogo ad una attività esemplare sia come risultati che come metodo di lavoro. Un esempio raro di osmosi creativa, in cui si realizza l’ideale dei più maturi esegeti della musica per film. Nel capitolo "La visualizzazione della musica" che fa parte del volume «Musica e film» edito da «Bianco e Nero» in occasione dell’8° congresso Musica e Film del 1959, Giulio Gonfalonieri postula una maniera di concepire la musica per film che appare antitetica a quella solitamente in uso, ma che Fusco ha per conto suo realizzato. Gonfalonieri suggerisce dunque ai compositori «l’abbandono di ogni intenzione onomatopeica od anche vagamente descrittiva; affermazione musicale pura, senza preoccuparsi affatto di comprovare che il tal motivo possa corrispondere al tal campanile, la tale armonia al tal pesco fiorito e così via discorrendo… La visualizzazione musicale dovrebbe esplicarsi, una volta tanto, per le misteriose vie del subcosciente, per misterioso connettersi e richiamarsi di immagini interiori e malnote, di reminiscenze e di previsioni. Un tipo di musica libera da qualsiasi finalità programmatica, descrittiva, onomatopeica; un tipo di musica felicemente dominata dalle sue leggi spontanee, dalle sue spontanee tendenze a strutturarsi e a comporsi, dal suo intimo impulso a risuscitare un ritmo di vita ormai perduto, più ampio, più risonante».
Proposizione che potrebbe apparire sospetta di preservare i «diritti» della musica in contrapposizione a quelli del cinema, se lo stesso musicologo non aggiungesse poi che nei casi migliori «la musica si visualizza docilmente e combacia esattamente coi dati dello schermo», restituendole la sua posizione subordinata.

giovanni fusco

DESERTO ROSSO

ANGELO RIZZOLI presenta
MONICA VITTI
RICHARD HARRIS
Un film di  Michelangelo Antonioni
Con
CARLO CHIONET
XENIA VALDERI
RITA RENOIR
GIGI RHEINS
ALDO GROTTI
BRUNO BORGHI etc.
Soggetto e sceneggiatura Michelangelo Antonioni
TONINO GUERRA
Musica Giovanni Fusco
Cantata da Cecilia Fusco
Diretta da
CARLA SAVINA
Musica elettronica di
VITTORIO GELMETTI
Direttore della fotografia CARLO DI PALMA
Montaggio ERALDO DA ROMA
Prodotto da ANTONIO CERVI
Regia di Michelangelo Antonioni
Leone d’Oro alla XXV Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia
Premio della federazione internazionale stampa cinematografica
Premio “Cinema Nuovo”

• Sfocato ocra rosseggiante si intravedono le chiome degli alberi poi la mdp si muove in carrellata, si distinguono gli alti forni di una fabbrica. La musica entra come un evoluzione umoristica del canto degli uccelli e dello stormire del vento tra le foglie fino ad assumere una vera parvenza di musica concreta quando la mdp passa sulla fabbrica, sembra  il rumore delle pale di un elicottero. Tutti i rumori possibilmente reali e attribuibili alle immagini sono distorti e trasformati fino a sembrare una musica, così come le immagini non appaiono nitide e realistiche ma come osservate attraverso una lente sfumata, come se lo sguardo fosse appannato da lacrime che non riescono a sgorgare.
• vocalizzo, continuano a vedersi particolari della fabbrica sempre con la stessa fotografia.
• vocalizzo resta solo lentamente .
• fine musica, immagini nitide folla in sciopero, militari, donna con bimbo arriva. Arriva una macchina con la scritta sciopero. M. compra da uno il panino che sta mangiando, lo offre al figlio che non lo vuole e lei va a nascondersi per mangiarlo e si ritrova nella discarica della fabbrica, mangia come un’affamata, coma una che non ha mai mangiato, arriva Valerio, il figlio, e si incamminano, in sottofondo sempre il rumore assordante dell’altoforno che singhiozza.
• Fabbrica esterno.
• Stacco interno fabbrica, dirigenti parlano di assunzioni e di licenziamenti, rumori di fabbrica assordanti.
• Arriva M. che va verso l’ing. È il marito, che gli presenta il dirigente, si guardano con interesse poi lei dice ti aspetto in ufficio.
• Ing. e l’altro parlano di M. che ha avuto un incidente in macchina che l’ha scioccata.
• (i colori sono tutti piuttosto spenti ed uniformi tranne alcuni, tipo il rosso ed il verde quando sono di alcuni oggetti particolari, tipo il verde del cappotto di M. ed il rosso di alcuni barili nella fabbrica e di altri elementi della fabbrica).
• Interno camera da letto, M. si sveglia da un incubo sconvolta, accende la luce, si alza e va nella stanza del figlio dove un robot va avanti e indietro mentre il bimbo dorme.
• M. scende, musica elettronica, un fischio inquietante ed altro, è come se tutto fosse il frutto della sua mente sconvolta. Si misura la febbre.
• fine musica, C.T. il marito entra nella stanza, le va vicino, lei piange raccontandogli l’incubo che ha avuto, musica elettronica accenni. Si abbracciano, si baciano ma lei non vorrebbe, fine musica.
• Esterno Ing. amico di marito esce dalla macchina e gira per una via deserta poi guarda attraverso i vetri di un portoncino da cui esce M., si parlano poi lei rientra e lui la segue dentro. E’ il negozio che sta aprendo, lo sta ristrutturando, parlano di quello che lei potrebbe vendere. M. gli dice Ugo le ha parlato di me?. Poi parlano di quello che fa lui nella vita. Poi M. mette il cappotto ed escono.
• Giuliana e lui in strada. M. ha un malore, musica breve come una sorta di inserto psicologico, e va a sedersi sulla sedia di un venditore ambulante. Poi si alza per andare a casa, si incammina dicendogli che forse potrebbero vedersi nel pomeriggio.
• Un primo piano di G. e lui di spalle camminano, colori dorati e sfocati.
• Primo piano di G. e Lui, colori nitidi e luminosi anche se freddi, c’è una predominanza di verde (G. stessa per il suo negozio aveva detto potrei dipingere di verde che è un colore freddo e non disturba) però ci sono dei particolari in giallo che danno un vago senso di colore.
• Androne di una scala G. e lui entrano, bussano ad una porta, apre una donna con grembiule rosso, chiedono di Mario che non c’è ed entrano ad aspettarlo.
• Interno casa, si toglie il grembiule rosso, ha un vestito nero, offre loro del vino rosso e va in cucina, rimasti soli G. gli chiede dimmi la verità, Ugo ti ha parlato dell’incidente e lui dice se ne è parlato e poi lei gli racconta della sua esperienza in clinica e di una ragazza che ha conosciuto, ma si capisce che è lei quella di cui parla. Torna la donna col vino, parlano del marito di lei, sono venuti a proporgli un lavoro.
• Esterno G. e lui vanno via.
• C.L. G. lui e un uomo che gli da delle indicazioni senza sonoro.
• C.T. di G. con casa in sfondo, lei guarda, entra lui nell’inquadratura e poi ne escono insieme.
• C.L. loro due.
• C.T. di loro che camminano verso le mdp, in primo piano una sorta di ramo rosso sfocato.
• PA di loro che camminano, arriva Mario, si salutano e G. gli dice questo signore vuole parlarle (Mario è quello a cui G. ha comprato il panino).
• PA di G. vista attraverso un reticolato rosso, parla con un operaio.
• Lui da G. gli dice che Mario ha rifiutato la proposta di lavoro.
• Ugo Lui e G. a pesca, Ugo dice a G. aspettaci in macchina, lei via e lui parla ad Ugo dell’incidente.
• Entra in primo piano nell’inquadratura lui poi lancia un sasso in acqua, l’inquadratura si allarga ad inquadrare G.
• Primo piano di G. che chiede a lui se è di sinistra o di destra e lui le da una risposta abbastanza sfuggente, senza darle una vera risposta. Si sentono dei clacson di macchina, arriva Ugo con una coppia mentre parlano G., si allontana il suo sguardo, si perde, in lontananza fischio di una sirena di una nave. Il resto della comitiva si avvia, Ugo chiama G. lui le va accanto e insieme vanno verso la macchina.
• Particolare della brace nel caminetto rosso fuoco interno di una baracca di pesca, la comitiva con altre persone. Tutti si stendono su un letto in una stanza con le pareti rosse, il tetto prende tutta la stanza. Uno dice accendi quella radiolina, musica da ballo proveniente da radio. L’aria che si respira è quella di un inizio di orgia in cui ci si tocca. Arriva un certo Arnaldo (fine musica come se qualcuno avesse spento la radio) un operaio di Max, il proprietario della baracca, lo invitano a restare, è in compagnia di una ragazza. Parlano di sesso e dei vari afrodisiaci.
• Stacco esterno baracca
• Esterno baracca nebbia una coppia ne esce e via.
• Stacco interno baracca, primo piano di G. sullo sfondo della parete rossa, tutti dormono, poi il marito si sveglia per accendere il fuoco. G. attira l’attenzione di tutti a guardare fuori della finestra, c’è una nave gigantesca che sta attraccando per la nebbia. Cominciano a rompere le pareti della stanza rossa per bruciarle perché fa freddo, ridono e si divertono, poi d’improvviso smettono. G. e lui, Corrado parlano, “filosofeggiano” sull’esistenza sul mare, guardando fuori della finestra ciò che succede alla nave. Hanno alzato la bandiera per segnalare che c’è un malato a bordo, Giuliana presa dal panico dice andiamo via.
• Esterno tutti corrono via lungo il molo, arrivano alle macchine e G. si accorge di aver dimenticato la borsa, Corrado si offre di andare a prenderla ma G. istericamente si rifiuta, allora il marito dice vado io, arriva l’ambulanza G. si avvicina a Corrado per fermarlo, tutti si immobilizzano. Primo piano di Giuliana che guarda Ugo, il marito, e gli altri e li vede sparire nella nebbia poi monta in macchina e parte a tutta velocità rischiando di cadere in mare e quando la raggiungono, piangendo istericamente, dice giuro che mi sono sbagliata volevo solo andare a casa.
• Stacco interno Ugo con il bimbo, giocano al piccolo chimico, arriva G. che sta preparando la valigia ad Ugo che deve partire per lavoro. Ugo le propone di farsi fare compagnia da Linda mentre lui è via. In sottofondo rumori del porto e la sirena della nave.
• Stacco C. lungomare, nave, nebbia.
• Dolly dall’alto ponte della nave, c’è G.
• Soggettiva di G. che guarda il mare, i gabbiani ed i particolari della nave e Corrado che le illustra i suoi progetti.
• Un primo piano di G. e C. che parlano di come comportarsi quando si parte, poi gironzolano sul ponte della nave. G. dice: “se Ugo mi avesse guardato come mi guardi tu in questi giorni avrebbe capito tante cose” e finalmente confessa a lui la verità e cioè che ha tentato il suicidio il giorno del famoso incidente. Si avviano per andarsene.
• Interno di un magazzino, Corrado parla con gli uomini che intende ingaggiare per il suo progetto, illustrando loro tutti i particolari.
• C. esce dal magazzino all’aperto.
• Dissolvenza sul nero velocissima, interno casa di G., il figlio è al letto e dice di stare male perché non vuole andare all’asilo, allora lei cerca di farlo alzare invogliandolo a guardare un bastimento appena arrivato, ma il bimbo è apatico. Lo mette in piedi e il bimbo non si regge in piedi.
• G. e Linda aspettano il responso del medico poi G. dice ne chiamo un altro e via. Linda vede che ci sono molte riviste che ritraggono bambini mutilati.
• G. col bimbo nella sua cameretta cerca di intrattenerlo, poi lui le chiede di raccontarle una favola.
• G. racconta una favola al figlio in voce fuori campo, mentre vediamo le immagini che raccontano di una bimba su un’isola, l’unico rumore è lo sciabordio delle onde e le voci della natura, uccelli ed altri animali. Poi avvista un veliero (similitudine con La ballata del vecchio marinaio (1798) di Coleridge). 
Canto dell’inizio, vocalizzo onirico, quasi da “sirena”, voce off del figlio che chiede ma chi era che cantava e G. risponde tutti cantavano, fine canto.
• Stacco primo piano di G.
• Soggettiva di G. che guarda il porto.
• Primo piano di G., arriva cameriere che le consegna il giornale, poi va dal figlio e vede che cammina e comincia a baciarlo e ad abbracciarlo felice, poi quando si accorge che il figlio le ha mentito sconvolta gli chiede perché  e va via , musica elettronica.
• Esterno G. va verso la nave, fine frammento di musica elettronica.
• Interno hall dell’albergo G. chiede che camera ha, ma è sconvolta ed inizialmente non ricorda il nome di Corrado poi corre verso la sua camera.
• Interno camera di Corrado, G. è sconvolta, dice mio figlio non ha bisogno di me, sono che io che ne ho di lui, musica elettronica, G. dice tu non mi ami vero?. Fine frammento di musica elettronica. G. dice perché devo sempre avere bisogno degli altri?, torna il frammento umoristico mentre lei dice io non sono guarita, non guarirò mai, fine rumore di musica concreta. Lui cerca di consolarla dicendole siamo tutti da curare, frammento umoristico, musica breve e intermittente. Torna, è come un suono ostinato che intercala i loro silenzi,  è come se provenisse dalla mente di G., musica elettronica riempie l’immagine per pochi secondi, G. sul letto si copre fino alla testa, fine musica, e. G. chiede disperatamente aiuto a Corrado, musica. Si baciano, fine musica. Torna il rumore musicale, G. si alza e chiude porte e finestre.
• Soggettiva di G. che guarda in strada manifesti funerari sul muro.
• Primo piano di G. che va a sedersi sul divano, Corrado le si avvicina, tenta di baciarla ma lei non vuole, una musica elettronica riempie per un attimo l’immagine, poi fanno l’amore.
• musica, G. a letto solo, fine musica.
• Esterno G. in strada corre via, C. la segue, entrano in macchina e via.
• G. e C. nel negozio che lei aveva preso in affitto, G. è ancora sconvolta, non vede via di uscita per il suo reinserimento nella realtà. Poi neanche tu mi hai aiutato e lui va via, esce in strada.
• G. vaga per il porto, preponderanza di rosso, musica elettronica come voci e spiriti che si parlano e le parlano dalla sua anima, fine musica, arriva un mozzo russo che le parla ma lei non capisce, anche se risponde come se lo capisse, poi va, gli dice cose apparentemente senza senso ma che sono la sintesi del suo malessere, poi va via.
• Giorno esterno fabbrica, Valerio gioca solo, G. lo chiama per andare via.
• G. e Valerio entrano nel cortile della fabbrica, musica elettronica, poi via.
FINE

giovanni fusco

Rimangono fuori  due film nel periodo di collaborazione con Antonioni (La notte, musica di Gaslini, e Blow up, musica di Hancock) che richiedevano un tipo di musica jazzistica che Antonioni pensava non rientrasse nelle corde di Fusco anche se, a mio parere, analizzando le colonne sonore di Fusco e la sua storia compositiva possiamo notare quanto Antonioni avesse sbagliato, in questo caso, nella sua valutazione. Infatti Fusco, a proposito di La notte, in special modo, confidava che gli sarebbe piaciuto molto occuparsi lui di questo film e non nascondeva il suo disappunto per il tradimento del regista (1).

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NOTE:
1. Episodio riferitomi dal figlio del compositore, Chico Fusco

 

 
   
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